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Comune di Subiaco
Informazioni turistiche Subiaco
Il borgo medievale (m 408, ab. 9030), cinto da monti boscosi, è arroccato nell'alta valle dell'Aniene. Il nome ha origine dal latino Sublaqueum, termine indicante la grande villa di Nerone che si specchiava in un lago artificiale; ancora oggi sulla riva destra del fiume - alle porte dell'abitato - si riconoscono resti di un complesso termale e, sulla riva sinistra, pochi avanzi di un ninfeo, relativi entrambi alla residenza neroniana.
In seguito a una piena avvenuta nel 1305, la diga che creava l'invaso voluto dall'imperatore crollò. Subiaco è meta di pellegrinaggi per l'opera di San Benedetto da Norcia e dei suoi monaci. Qui, alla fine del V secolo il giovane Benedetto si ritirò nella grotta oggi nota come Sacro Speco; convinto a lasciare l'eremo, dopo tre anni, dalla sorella gemella Scolastica, dettò le regole fondamentali dell'ordine benedettino, dando il via al fenomeno del monachesimo occidentale. Nella valle dell'Aniene, all'epoca, i monasteri esistenti erano ben 12. I notissimi monasteri sublacensi di S. Scolastica ( a 2.6 km) e di S. Benedetto ( a 4.5 km)m situati nella valle dell'Aniene a sud-est dell'abitato, sorgono in scenografica situazione ambientale.
Domina la cittadina la Rocca abbaziale, castello medievale costruito tra il 1073 e il 1077 dall'abate Giovanni V e, dopo terremoti ed eventi bellici, restaurata radicalmente nel 1476 dal cardinale spagnolo Rodrigo Borgia che al fortificò e vi risiedette. Restauri radicali furono compiuti nel '700 e oggi la Rocca è sede di un centro di studi benedettini; conserva affreschi di Liborio Coccetti e degli Zuccari. Poco lontano, nei pressi della piazzetta della Pietra Speracata, si trova la neoclassica chiesa di S. Maria della Valle, su cui altare maggiore è posta una venerata immagine quattrocentesca.
La cattedrale di S. Andrea, nella piazza omonima, è una costruzione neoclassica eretta tra il 1766 e il 1789 e conserva, nell'abside, un Crocifisso ligneo del '500; sulla parete di fondo del braccio destro del transetto, tela (La pesca miracolosa) di Sebastiano Conca. All'inizio di corso Cesare Battisti è l'arco di Pio VI (1798).
Oltrepassando l'Aniene su un ponte trecentesco a schiena d'asino detto di S. Francesco si raggiunge il convento di S. Francesco immerso in un bosco di castagni: il complesso di erge sull'area occupata precedentemente da un romitorio benedettino, che il santo di Assisi ricevette in dono dall'abate di S. Scolastica in occasione di una sua visita. La chiesa, del 1327, custodisce: sull'altare maggiore un trittico di Antoniazzo Romano (1467); nell'abside un coro ligneo di primo '500; nella terza cappella sinistra affreschi attribuiti al Sodoma e (una pala) riferita al Pinturicchio.
Il monastero di S. Scolastica è l'unico superstite dei 13 istituti nel territorio da san Benedetto, ed è da secoli centro culturale e di diffusione spirituale di grande importanza. Spazi ed edifici interni si ordinano attorno a tre chiostri: il primo di questi, a giardino , è del 1580 - 1689. Sul secondo, gotico, (fine '200 - inizio '00), con un arco di gusto flamboyant nel lato di ingresso e un pozzo al centro - le due colonne che lo affiancano provengono dalla villa di Nerone - si apre la chiesa di S. Scolastica. La facciata trecentesca è sovrastata dal bel campanile romanico (1052) a trifore e mostra un portale gotico e affreschi di scuola senese (secoli XIV - XV). L'interno è neoclassico, frutto del rifacimento di Giacomo Quarenghi (1770); dalla sagrestia si scende nella cappella degli Angeli, ornata di affreschi quattrocenteschi (malamente ritoccati nell'800) e ad altre antiche cappelle tutte scavate nella roccia.
L'ultimo chiostro, raccolto e splendido, è il frutto del lavoro dei maestri cosmateschi del XIII secolo ed è illuminato da una serie di archetti sostenuti da colonnine il cui materiale probabilmente proviene dalla sontuosa residenza dell'imperatore Nerone.
Dal secondo chiostro del monastero si accede alla Biblioteca, con preziosi codici miniati a incunaboli, tra i quali il primo libro stampato in Italia (1465); qui infatti, nel 1464, due allievi tedeschi di Johann Gutenberg, C. Sweynheym e A. Pannartz, impiantarono al prima tipografia italiana.
Il monastero di S. Benedetto, costruito arditamente sulla roccia e sostenuto da poderose arcate e contrafforti, fu eretto a partire dall'XI secolo sul primo eremo benedettino. Noto anche come Sacro Speco, è oggi un santuario aperto alla devozione dei fedeli e racchiude veri tesori di pittura ad affresco, soprattutto tardomedievale.
Dall'ingresso del complesso si giunge, per una serie di ambienti, con affreschi di scuola umbra dei secoli XIV-XV, alla chiesa superiore, ultima parte del santuario a essere costruita e divisa in due campate: nella prima, affreschi trecenteschi di scuola senese e pergamo duecentesco; nella seconda, che continua con una parte scavata nella roccia, affreschi di scuola umbro-marchigiana (1430). Per una scala di fronte all'altare si scende alla chiesa inferiore, costituita da un insieme di cappelle scavate nella roccia, a diversi livelli e restaurata dall'abate Enrico tra il 1244 e il 1276. le pareti sono per lo più affrescate con dipinti a firma del Magister Consulus (1280) e di artisti di scuola senese del '300. La cappella di S. Gregorio Magno mostra affreschi di scuola romano-bizantina e un Ritratto di S. Francesco (forse l'unico dal vivo; si noti l'assenza dell'aureola e delle stimmate), eseguito al passaggio del santo da Subiaco (1223). Dello stesso autore è l'affresco che rappresenta il cardinale Ugolino, divenuto papa come di Gregorio IX, probabilmente affiancato da San Francesco.
Dalla chiesa inferiore si accede al Sacro Speco, la grotte nella quale benedetto passò i primi tre anni di vita monastica prima di trasferirsi a Montecassino (la statua del santo, del 1657, è opera di Antonio Raggi). Sempre dalla chiesa inferiore si passa alla scala santa con affreschi di scuola senese, alla gotica cappella della Madonna e alla grotta dei pastori, dalla più antica pittura del monastero dipinta sulla roccia (secolo VIII).
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