La città etrusca di Veio fu una delle grandi nemiche di Roma, soprattutto per il controllo del territorio che si espandeva dalla riva destra del Tevere verso nordovest e delle preziose saline alle foci del fiume. Le sue origini risalgono al IX secolo a.C. e nel periodo del suo massimo sviluppo, tra il VI e v secolo a.C., giunse a controllare un territorio molto vasto, compreso tra il lago di Bracciano e il Tevere.
Nel 396 a.C., dopo un lungo assedio durato dieci anni, fu conquistata e distrutta dai romani guidati da Furio Camillo. I resti della antica città etrusca si trovano oggi in prossimità del Borgo di Isola Farnese, su un vasto pianoro di tufo di forma triangolare con al vertice meridionale l'appendice dell'acropoli (piazza d'armi) e delimitato a est dal mitico fiume Crèmera, con il suggestivo cunicolo di Ponte sodo.
Intorno si estendono ad anello le necropoli. In quella di Riserva di Bagno si trova la più antica tomba etrusca dipinta, chiamata Tomba delle Anatre (VII secolo a.C.) e in località Monte Michele si trova la Tomba campana, anch'essa decorata con pitture di ispirazione orientaleggiante, purtroppo sbiadite.
Immediatamente fuori della città, in località Portonaccio, sorge il santuario oracolare di Minerva (w-v secolo a.C.), tra i più antichi e venerati di tutta 1'Etruria. Le splendide statue fittili che decoravano il tempio, tra cui il famoso Apollo etrusco, sono conservate al Museo etrusco di villa Giulia a Roma. Il territorio di Veio (Agro veietano) è dal 1997 area protetta e, pur avendo subito in passato processi di urbanizzazione, ha conservato vaste aree naturali ancora integre, come le valli del Sorbo riconosciute a livello europeo tra i siti d'importanza comunitaria.