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Tivoli : Arte, Storia, Cultura, Prodotti Tipici, Dove dormire, Dove mangiare, Cosa fare nella Provincia diRoma.

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Comune di Tivoli

Informazioni turistiche Tivoli

Tivoli (m 235, ab. 51 847) guarda la Campagna romana da un modesto rilievo dei monti Tiburtini, proprio dove l''Aniene disegna un'ampia ansa e crea la famosa cascata, cara da secoli a turisti e illustratori.

La mitezza del clima e la bellezza dei luoghi attirarono sin da epoca romana artisti e politici influenti ( vi trascorrevano l'estate anche a Sallustio, Catullo, Orazio, Mecenate), che trasformarono in una sorta di luogo di vacanze una cittadina (Tibur) di antica fondazione sabina, caduta in mano a Roma già nel 338 a.C. (di tale periodo restano i ruderi di templi e parti del primo circuito difensivo). E se la vicina villa Adriana testimonia dell'altissima considerazione in cui il sito fu tenuto in età imperiale, il costume della residenza riprese - dopo le trasformazioni altomedievali (la chiesa di S. Lorenzo, l'attuale Cattedrale, sorse nel V secolo nell'area del Foro romano), le lotte tra goti e bizantini e tra papato e impero (alla metà del XII secolo risale una seconda cerchia muraria, all'interno della quale Tivoli continuò a crescere fino al Rinascimento), l'esperienza comunale e la definitiva sottomissione ai papi - nel '500, come illustrano le ville patrizie dai fantasiosi giochi d'acqua, grotte, belvedere, terrazze, sculture. L'ultima in ordine di tempo (villa Gregoriana) venne realizzata nel 1835 a seguito di una disastrosa piena dell'Aniene, che spinse Gregorio XVI a scavare il traforo e a creare la cascata.

VILLA D'ESTE

Un bel portale sormontato da stemma indica l'ingresso alla residenza, costruita per il cardinale Ippolito II d'Este, figlio di Lucrezia Borgia e di Alfonso I d'Este, nella seconda metà del '500 da Pirro Ligorio (suo anche il progetto del parco delle fontane) trasformando un convento benedettino. I successivi proprietari, i cardinali Luigi e Alessandro d'Este, provvidero ad arricchire, nel '600, la villa, che fu poi degli Asburgo fino al 1918, quando venne acquistata dallo Stato italiano. Villa d'Este rappresenta una delle testimonianze più significative della cultura del rinascimento ed è esempio incomparabile di giardino italiano del XVI secolo, modello per lo sviluppo dei giardini in Europa: per questo è iscritta al Patrimonio dell'Umanità Unesco.

L'edificio principale mostra sobrie linee architettoniche e conserva sale decorate da affreschi cinquecenteschi dovuti in prevalenza a Livio Agresti, Federico Zuccari e Girolamo Muziano. Dalla loggia si ha una bella vista sul giardino, che digrada a terrazze simmetriche ricco di fontane e giochi d'acqua.

Dallo scalone si scende, passando dalla fontana del Bicchierone, probabilmente berniniana, al suggestivo viale delle Cento Fontane, fiancheggiato da numerosi getti d'acqua e sculture. All'estremità destra del viale è la fontana di Tivoli di Pirro Ligorio, detta anche dell'Ovato per la forma, che rappresenta la cascata di Tivoli, i monti circostanti e i fiumi Aniene e Erculaneo simboleggiati da statue; all'estremità sinistra è la fontana di Roma o Rometta, riproduzione in miniatura di edifici dell'antica Roma.

Continuando lungo il viale centrale si scende alla fontana dei Draghi, anch'essa del Ligorio, e quindi al piano ove si allineano tre peschiere. Sulla destra, in fondo, è la grande fontana dell'Organo, iniziata nel 1568 e terminata nel 1611, con monumentale prospetto architettonico; l'acqua azionava un organo idraulico completamente automatico, una delle meraviglia della villa: cadendo, provocava per compressione un getto d'aria in grado di azionare un mantica, poi passando da canne d'organo, emetteva suoni modulati da un cilindro, fatto ruotare dalla forza dell'acqua. Restaurato dopo anni di studi e di lavori da parte di un gruppo di specialisti in idraulica, l'organo idraulico suona ogni due ore, a partire dalle 10.30, tutti i giorni.

Il viale centrale termina alla rotonda dei Cipressi, ornata di alberi centenari, mentra altri giochi d'acqua (fontana di Arianna, di Pegaso, della Sfinge e della Natura, che ricorda la statue di Bomarzo) sono in posizione più appartata. La fontana della Civetta, come la fontana della Civetta, come la fontana dell'Organo, è animata da un fantasioso congegno idraulico che deriva da simili macchine d'epoca ellenistica. La spinta dell'acqua cadente muove una civetta che si avvicina a un gruppo di uccelli di bronzo che, per la sua presenza, smettono di cinguettare.

Nella villa ha sede il Museo didattico del Libro antico, struttura specializzata nello studio, conservazione, restauro e ricostruzione tecnico - scientifica di documenti librari antichi dal papiro alla carta stampata, con scrittura e relative tecniche pittoriche.

S. MARIA MAGGIORE

La chiesa, risalente al XIII secolo ma riedificata nel '500, conserva in facciata un portale con sovrastante rosone tardogotici (secolo XV). Nell'interno sono frammenti di pavimento cosmatesco e opere d'arte, tra cui un Crocifisso ligneo attribuito a Baccio da Montelupo (secolo XV; navata destra) e una Madonna delle Grazie ascritta a Jacopo Torriti sull'altare maggiore.

ROCCA PIA

Costruita per volere di Pio II, ha severe forme quadrilatere e, agli angoli, torrioni cilindrici merlati; i papi del tardo '400 e '500 amarono trascorrervi lunghi periodi estivi con le loro corti, che annoveravano personaggi famosi (Michelangelo, Raffaello, Giovanni Pierluigi da Palestrina). Nel circostante giardino sono resti di un anfiteatro di età imperiale.

VIA CAMPITELLI

E' uno dei tracciati più suggestivi dell'abitato, sia per i numerosi palazzetti sia per la Chiesa di S. Pietro alla Carità, la cui antica fondazione (V secolo) è ricordata dalle colonne di spoglio all'interno. E colonne di recupero romane sono anche nella vicina piazza del Colonnato, dove si trova la chiesa di S. Silvestro, di linee romaniche con affreschi della seconda metà del XII secolo.

DUOMO

Dell'edificio romanico resta ormai solo il campanile, perché la chiesa venne rifatta nel '700, come documenta l'interno dove sono un duecentesco gruppo ligneo della Deposizione (ultima cappella destra) e un trittico del XII secolo entro una custodia d'argento del XV (3° cappella sinistra). A destra della chiesa è la mensa ponderaria, che in età romana serviva per la pesa pubblica; vi sono tutt'ora visibili tavole con le misure di capacità.

TEMPIO DI VESTA

Ormai in vista della cascata e dell'omonimo grande condotto, è luogo di culto di età repubblicana che, già restaurato nel I secolo a.C., fu trasformato in chiesa cristiana e restituito all'antica, tipica struttura nell'800. I vicini ruderi romani appartengono al tempio di Tiburno, mitico fondatore della città, ma sono noti anche come tempio della Sibilla; delle quattro colonne ioniche ne restano due.

VILLA GREGORIANA

Nel 1835, dopo un'ennesima piena del fiume Aniene che aveva colpito gravemente l'abitato, papa Gregorio XVI decise di dare il via a un'opera enorme, per l'epoca. Si scavò una galleria al di sotto del monte Catillo, che aveva lo scopo di deviare le acque del capriccioso fiume lontano dall'abitato. Dallo sbocco della galleria artificiale, l'acqua del fiume creava una cascata, che venne utilizzata come scenario per un grande giardino che aveva come sfondo il borgo arroccato e la sua antica acropoli. La villa gregoriana e lo scrosciare delle sue acque divennero una meta prediletta per scrittori, artisti e pittori che fecero Tivoli, con le loro opere, un luogo di grande celebrità internazionale. Il successo fu tale che in molte regioni del nord Europa, per indicare un giardino di meraviglie (oggi in genere un luna - park) si usa il termine Tivoli. Dopo un periodo di degrado, villa Gregoriana è stata affidata al Fondo per l'Ambiente italiano, che ha curato i restauri e la manutenzione dei sentieri che conducono alle grotte delle Sirene e di Nettuno e al panorama sulla cascata che precipita da circa 120 metri d'altezza.

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