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Grottaferrata : Arte, Storia, Cultura, Prodotti Tipici, Dove dormire, Dove mangiare, Cosa fare nella Provincia diRoma.

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Comune di Grottaferrata

Informazioni turistiche Grottaferrata

Un tempo distesa tra vigneti e campi coltivati, è oggi un'elegante zona residenziale e di villeggiatura (m 320, ab 20 926), grazie alla ville, anche di pregio, che formano un complesso ormai pressoché unito con la confinante Marino.

Il sito fu fortificato sin da epoca antica; l'intervento del cardinale Giuliano Della Rovere sulla medievale abbazia non fece che adattare gli edifici alle nuove esigenze difensive, e in particolare all'uso delle artiglierie. Monumento principale dell'abitato è l'Abbazia di Grottaferrata, fondata da San Nilo nel XI secolo.

Quattro anni dopo il fatidico capodanno del Mille, un gruppo di monaci di rito greco provenienti dalla Campania venne accolto tra le mura del monastero di S. Agata, sui Castelli Romani. Guidata dal venerabile abate Nilo, sfuggito alle invasioni saracene che sconvolgevano il sud, la loro migrazione aveva lo scopo di trovare un luogo dove "radunare tutti i fratelli e i dispersi figli" in un nuovo convento, che secondo la tradizione, un'apparizione della Vergine volle venisse fondato nel luogo detto Frotta Ferrata. E così, tra i ruderi di un'antica villa romana dove si trovava un oratorio chiuso da solide grate (crypta ferrata), sul terreno donato da Gregorio conte di Tuscolo, nacque l'abbazia di San Nilo. "Bella, ornata di marmi e pitture, ricca di sacri arredi, ammirata da tutti", l'abbazia venne completata nel 1024 e fu papa Giovanni XIX, della famiglia dei conti di Tuscolo, che venne personalmente a consacrarla.

Le forme attuali risalgono alla fine del '400, quando fu eretta la poderosa cinta muraria: i torrioni larghi, bassi e fortemente scarpati e la modernità della struttura, pensata anche per la collocazione di artiglierie (lo documentano la presenza di un forno per la fusione dei metalli in una torre e i due avancorpi che si protendono a barrare il fossato), rimandano all'opera di Giuliano da Sangallo o di Baccio Pontelli. La cinta racchiude due spazi rettangolari: sul primo affacciano il palazzo abbaziale e l'edificio della tipografia, sul secondo la basilica di S. Maria. Il colpo d'occhio sull'abbazia è imponente oggi come in passato: la cinta di mura scure venne aggiunta alla struttura nel XV secolo dal cardinale della Rovere per proteggere i religiosi dalle continue lotte di potere tra le famiglie romane che si contendevano i feudi alla porte di Roma.

Oggi, dopo aver superato la ricorrenza del millennio dalla fondazione, san Nilo è ancora un punto di riferimento importante per le comunità di rito greco.

Il palazzo abbaziale racchiude un cortile, nel quale è allestita, sotto un portico quattrocentesco, una piccola ma preziosa raccolta lapidaria. Da questo spazio interno si accede al Museo dell'Abbazia, iniziato nel 1886, che espone sculture greco - romane ritrovate n elle ville della zona e l'antiquarium con materiale preistorico, preromano e romano. Nel grande salone sono sistemati affreschi (scene della vita di Mosè) staccati dalla chiesa, esempi di pittura di scuola romana dei secoli XIII - XVI. Le ultime sale accolgono anche un raro ritratto del cardinale Bassarione, propagatore in tutta Italia della cultura orientale (fuggì da Constantinopoli caduta nel 1453).

Dallo stesso cortile si può accedere, per motivi di studio, alla biblioteca, risalente probabilmente agli anni di fondazione dell'abbazia, attiva per tutto il medioevo nella produzione di codici pregiati. Custodisce codici rarissimi dell'XI secolo (forse della immediata cerchia di san Nilo), una raccolta di testi liturgici di capitale importanza per lo studio della musica bizantina, una preziosa raccolta di cinquecentine (rarissimo il Cademosto, raccolta di relazioni di viaggio stampata nei primi anni del '500). Dal 1931 un moderno laboratorio di restauro del Codice atlantico di Leonardo da Vinci, ha preso il posto dell'antico scriptorium.

Centro dell'abbazia è la basilica di S. Maria, di rito greco come lo sono da un millennio i monaci di san Nilo. La chiesa, consacrata nel 1024, appare oggi con segni di numerosi rimaneggiamenti del parziale rifacimento settecentesco. Il portico d'ingresso e gran parte della facciata, nonché il campanile (XIII secolo), sono frutto dei restauri non sempre accurati intervenuti fra il 1910 e il 1930. Nel nartece, il portale di accesso alla chiesa è un esempio di arte italo - bizantina del XII secolo ( una tradizione vorrebbe i battenti di legno appartenenti al castello dei conti di Tuscolo) ed è sovrastato da un mosaico che raffigura la Deisis, cioè l'intercessione di Gesù. Nell'interno chiuso da un soffitto a ricchi lacunari lignei (1577), a sinistra, fonte battesimale forse del X-XI secolo.

A destra dell'ingresso, una cappella chiusa da inferriata sarebbe l'oratorio paleocristiano, ricavato da due camere sepolcrali romane chiusa da un'inferriata (da cui Grottaferrata), già esistente al tempo in cui giunse san Nilo. Il pavimento è di marmo intarsiato in stile cosmatesco. Del XII è l'icona bizantina, posta nel baldacchino di forme berniniane, che è presente nell'abbazia dal 1230. Mosaici e affreschi dell'arco trionfale che divide la chiesa riservata ai fedeli dal presbiterio deei monaci, del XII - XIII secolo ma assai restaurati nel tempo, sono insigne esempio dell'influsso bizantino sull'arte medievale romana: il mosaico rappresenta i 12 apostoli seduti ai lati di un trono vuoto a indicare l'ascesa del cristo al cielo, mentre nella parte più alta si raffigura la Scenda della Pentecoste nel dispartirsi di 12 strisce di luce da una figura di Cristo trionfante; gli affreschi soprastanti, coevi ai mosaici e tornati di luca all'inizio del '900, rappresentano la Trinità circondata da angeli e, nella parete sinistra, due storie di Mosè.

Sulla parete destra della navata si apre la cappella di S. Nilo, risalente nell'attuale struttura al rifacimento operato nel 1608 da Odoardo Farnese, che ne affidò la decorazione ad Annibale Carracci. A questi, che dipinse solo la pala d'altare ( Madonna con Bambino tra i santi Nilo e Bartolomeo), subentrò il Domenichino con la Vita dei santi. Nilo e Bartolomeo che orna la cappella: interessanti la famosa visita dell'imperatore Ottone III a san Nilo sulla parete sinistra (il pittore si è raffigurato nello scudiero che regge il cavallo dell'imperatore, mentre nell'architetto che illustra il progetto a san Nilo è forse ritratto Annibila Carracci) e su quella destra San Bartolomeo che impedisce la caduta di una colonna durante la costruzione della chiesa (anacronisticamente, il santo osserva il progetto dell'edificio con una lente).

A km 3 da Grottaferrata, lungo la statale 511 Anagnina, sono le catacombe ad Decimum (cioè al decimo miglio della via Latina, circa 15 km da porta Capena), complesso paleocristiano scoperto nel 1905, risalente ai secoli III - V, che conserva intatta parte rilevante dei loculi.

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Grottaferrata (Comune)  -  Taverna Passamonti (Ristoranti)  - 

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