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Ariccia : Arte, Storia, Cultura, Prodotti Tipici, Dove dormire, Dove mangiare, Cosa fare nella Provincia diRoma.

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Comune di Ariccia

Informazioni turistiche Ariccia

Vi si giunge lungo la via Appia superando il santuario seicentesco di S. Maria di Galloro, punto di arrivo della Festa della Signorina ( si presente con ampia facciata berniniana e custodisce la venerata immagine della Vergine, dipinte su peperino, che fu rinvenuta in un bosco), e il ponte, fatto costruire da Pio IX e riedificato dopo la seconda guerra mondiale, che segna il luogo del primo insediamento della cittadine (m 412, ab. 18 060). Ebbe in età romana - quando si chiamava Aricia - tale importanza, grazie alla posizione sulla "regina viarum", da essere arricchita su un foro che si apriva direttamente sulla consolare. Ritiratisi sulla parte più alta del colle, gli abitanti, al tempo delle invasioni barbariche, il sito monumentale di Ariccia romana fu quasi completamente distrutto; nel XII secolo il centro fu dei conti di Tuscolo, poi entrò nel patrimonio di S. Pietro e, in piena decadenza, fu ceduto nel 1473 ai Savelli ("deserto" e "diruto" è indicato nell'atto il castello), dai quali passò ai Chigi. Furono loro ad affidare a Gian Lorenzo Bernini il compito di ridisegnare la piazza di Corte ( oggi della Repubblica), riplasmando il castello (l'attuale palazzo Chigi) e costruendo la chiesa. Dal viadotto e dalla piazza si vede quello che rimane dell'antichissimo bosco, già ammirato da Marziale e molto amato ancora da Stendhal (che lo definì in un passo del 1829 "la più bella selva del mondo"), fitto in particolare di lecci e querce secolari ma anche di olmi e castagni.

Su piazza della Repubblica, di impronta berniniana al pari delle fontane, guarda il palazzo Chigi, grandioso rifacimento di una preesistente rocca operato da Bernini, che mantenne le forme del castello tradizionale a quattro torri angolari, ingentilendole con interventi volti a rendere meno austeri i rapporti volumetrici e integrandole con il parco retrostante. All'interno pregevoli pitture, tra cui i ritratti delle donne della famiglia Chigi; le sale sono inoltre ricche di eleganti decorazioni quali i parati in cuoio stampato detto di Cordova. Anche la chiesa di S. Maria dell'Assunzione, a pianta rotonda, fu portata a termine da Bernini nel 1665: sulla facciata, dal notevole sviluppo verticale, domina la grande cupola; all'interno, l'abside accoglie un affresco (Assunzione) del Borgognone (circa 1666). A fianco del palazzo si trova il parco di 28 ettari organizzato nel XVI secolo sugli ultimi resti del Nemus Arcinus, cioè del sacro bosco consacrato dai romani a Diana che si estendeva senza interruzioni sul lato sinistro della Via Appia fino a Nemi.

Inizialmente riserva di caccia, il giardino ha un'impronta originale arricchita da fontane e da un'uccelliera realizzata dai Savelli nel 1628 e fu molto amato dai romantici viaggiatori del Grand Tour che ne hanno lasciato immagini e descrizioni ammirate: tra questi Hackert, Turner, Goethe e Stendhal che alloggiavano solitamente alla famosa Locanda Martorelli. Accessibile solo in parte dopo il recente restauro condotto con grande cura, il giardino è ricco di alberi secolari e si stende anche al di sotto del famoso ponte di Ariccia, lungo 312 metri e altro quasi 60, fatto costruire nel 1847 da papa Pio IX.

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